Il capoluogo dell'Andalusia
Situata nella parte sud-occidentale della penisola iberica, con una popolazione di quasi 689.000 abitanti, Siviglia è la quarta città più grande della Spagna. Ha saputo lasciarmi di stucco per l’asfissiante calima, la pioggia, i festeggiamenti ininterrotti della “Semana Santa” e l’architettura araba e spagnola che si intrecciano in un abbraccio senza tempo.
Cosa visitare assolutamente a Siviglia
La città, avendo alle spalle una storia particolarmente lunga e complessa, è ricchissima di intrattenimenti. Si trova sempre qualcosa di nuovo da fare, è impossibile girarsi i pollici. Proprio per questo motivo suggerirei di trascorrervi almeno 3-5 giorni.
In questa guida ho cercato di raccogliere le attrazioni a mio parere più interessanti, che ognuno è libero di selezionare a seconda dei propri gusti e del tempo a disposizione.
1 - Parque de María Luisa
Nel 1849 la rivoluzione francese costrinse i Duchi di Montpensier a trasferire la propria residenza a Siviglia, presso Palacio de San Telmo. Il parco originariamente faceva parte della loro proprietà, mantenuto dal giardiniere Andrè Lecolant. Nel 1893 María Luisa Fernanda de Borbón, rimasta vedova del Duca, decise di regalare il giardino alla città. In segno di riconoscenza, la donazione acquisì il suo nome.
Nel 1911 il Parque de María Luisa avrebbe dovuto ospitare l’Exposición Iberoamericana, posticipata per problemi economici al 1914 e rimandata (a causa della Prima Guerra Mondiale) al 1929, nella fase finale della dittatura di Primo de Rivera.
La riorganizzazione del parco pubblico fu affidata all’architetto paesaggista Jean-Claude Nicolás Forestier, il quale aggiunse all’influsso ispano-mussulmano un romantico tocco francese. Mentre il principale artefice dell’evento Aníbal González si concentrò per oltre un decennio su tutte le costruzioni, fin quando, trovandosi in disaccordo col regime, si dimise prima dell’inaugurazione.
L’expo si tenne principalmente a Plaza de España e Plaza de América, ma sono ancora visibili lungo Paseo de las Delicias e Avenida de la Palmera i padiglioni dell’Uruguay, del Brasile e del Messico (oggi proprietà dell’Università di Siviglia), della Colombia (sede del rispettivo consolato), del Marocco (dipartimento dei giardini e dei parchi comunali), del Guatemala (inutilizzato), dell’Argentina (conservatorio di danza) e del Cile (scuola d’arte sivigliana).
Plaza de España
Spettacolare è dir poco. Per di più, con “l’effetto seppia” offertoci dal Sahara la ricorderò per sempre in veste unica e speciale. Plaza de España fu progettata da Anìbal Gonzàlez e realizzata in quattordici anni grazie alla manodopera di mille operai al giorno. Furono accuratamente accostati mattoni e ceramiche per ricreare forme rinascimentali e barocche in stile storcista.
Il profilo semicircolare simula un abbraccio tra la Spagna e le antiche colonie, con la parte lineare aperta che guarda verso il fiume Guadalquivir e idealmente verso l’America. Si vuole richiamare simbolicamente il cammino verso di essa. L’imponente edificio è circondato da un meraviglioso porticato a ferro di cavallo e da 48 panche rappresentanti le province spagnole. Ognuna è finemente decorata con immagini di personaggi ed eventi caratterizzanti la singola provincia e la storia del Paese.
La piazza è attraversata da un canale di 525 metri solcato da barche a remi e coperto da quattro ponti che reincarnano gli antichi regni di Spagna. Al centro si erge una grande fontana, opera dell’architetto Vincente Traver.
FOTOGRAFO
Chiunque desideri conservare un ricordo indelebile a Plaza de España, può servirsi di un fotografo professionista.
2 - Catedral de Sevilla
Questo imponente edificio, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, sorge sul sito di una moschea araba costruita nel XII secolo dal califfo almohade Abu Yacub. La Catedral de Santa María fu inaugurata nel 1248 con una messa di consacrazione a cui presenziò Ferdinando III il Santo (sul trono dal 1217 al 1252).
I canonici approvarono il progetto di ampliamento e di parziale demolizione nel 1401 ma, secondo le ricerche più recenti, i lavori furono avviati solo nel 1433. La chiesa fu portata ufficialmente a termine il 10 Ottobre del 1506, diventando la più grande della Spagna e la terza più grande al mondo: con 126 metri di lunghezza, 83 metri di larghezza, 37 metri d’altezza e arrivando a coprire una superficie di 11.000 metri quadrati.
Visto che nella moschea precedente esisteva già un vasto porticato, i costruttori non furono costretti a realizzare un chiostro. Anzi, l’incorporazione del Patio de los Naranjos, in cui si facevano le abluzioni, portò come dono una graziosa fontana. L’arco centrale dei tredici sul lato lungo – più ampio degli altri – è il vero e proprio ingresso al cortile ed è chiamato la Puerta del Perdón, con forme tipiche dell’architettura araba.
La facciata principale ha tre portali finemente decorati: la Puerta de la Asunción (quella centrale risalente al XIX secolo), la Puerta del Nacimiento (o de San Miguel) e la Puerta del Bautismo. La cattedrale di Siviglia ha una pianta rettangolare con cinque navate e la bellezza di venticinque cappelle collocate tra i contrafforti.
La Capilla Mayor ospita una pala d’altare “retablo” di 246 metri quadrati, la più grande del mondo cristiano, alla cui realizzazione presero parte parecchi artisti per circa ottant’anni.
La lunghissima lista di opere d’arte custodite all’interno della chiesa comprende oltre 500 pezzi realizzati tra il XVI e il XXI secolo. Alle pareti è possibile ammirare dipinti di Alejo Fernández, Pedro de Campaña, Luis de Vargas, Francisco Pacheco del Río, Juan de las Roelas, Francisco de Zurbarán, Bartolomé Esteban Murillo, Juan de Valdés Leal, Domingo Martínez e Francisco Goya. Nella Capilla de San Andrés è custodito il “Cristo de la Clemencia”, una produzione lignea di Juan Martínez Montañés.
La Capilla Real conserva le tombe dei re che ebbero legami più profondi con la città. Al suo interno riposa il corpo incorrotto e molto venerato di San Ferdinando, che passò alla storia per aver espulso i musulmani da Siviglia.
Da un’analisi del DNA eseguita nel 2006, sembrerebbe non esserci più alcun dubbio anche sulla presenza di Cristoforo Colombo. Attualmente il suo sepolcro si trova esposto nel transetto della chiesa, sollevato da quattro statue che rappresentano gli araldi dei regni della corona spagnola: Castiglia, Leon, Navarra e Aragona.
La Giralda
Questo antico minareto moresco trasformato in torre campanaria, è uno straordinario esempio di fusione culturale di “appena” 104 metri d’altezza. La sua architettura riflette l’armoniosa convivenza di elementi romani, arabi e cristiani.
La Giralda fu costruita dall’architetto Ahmad ibn Baso a partire dal 1156 fino al 1184, utilizzando materiali provenienti da Itálica, un antico sito romano nei dintorni di Siviglia. Nel 1365 un terremoto fece crollare la cupola in rame posta sul minareto, così – durante la costruzione della Cattedrale di Siviglia – il cattolico Hernán Ruiz ideò “el cuerpo de azucenas” ossia la parte con terrazze e gigli in bronzo che custodisce la campana.
Sopra di esso nel 1568 venne aggiunto il Giraldillo, una bellissima statua di 4 metri che, esattamente come una banderuola, cambia posizione in base alla direzione del vento. Una sua copia è accessibile a tutti davanti alla chiesa.
La base della torre ha una pianta quadrata di 13,61 metri per lato. All’interno, 34 rampe circolari senza gradini permettevano al muezzin di salire in cima non solo a piedi ma anche a cavallo. L’insolita caratteristica è rimasta intatta fino ai giorni nostri, di conseguenza, non è complicato raggiungere la sommità (e nemmeno claustrofobico). Il panorama è pazzesco, a 360°.
La visita della Cattedrale di Siviglia e della Giralda è imprescindibile e richiede almeno 2 ore. Considerato il forte interesse all’attrazione da parte di qualsiasi turista spagnolo e straniero, è importantissimo procurarsi i biglietti il prima possibile. L’ipotesi di entrare gratis è da accantonare categoricamente.
- LUN - SAB | Orario: 11.00 - 19.00
- Orario Domenica: 14.30 - 18.00
- 12,00 | Ridotto € 6,00 | < 13 anni gratis
- € 5,00 audioguida ITA
3 - Real Alcázar
Il Real Alcázar di Siviglia, ovviamente altro sito UNESCO, ha una storia ricca e articolata. Originariamente si distinse come fortezza dei Mori costruita nell’VIII secolo laddove un tempo si trovavano le rovine di una basilica paleocristiana e, prima ancora, l’acropoli romana. L’importanza di questo terreno era dovuta alla sua posizione, in quanto il fiume Guadalquivir arrivava quasi fino alle sue porte.
L’edificio fu ristrutturato più volte. Nell’anno Mille sotto il dominio di Mohammed Ben Abad e il secolo successivo dal califfo almohade Yūsuf I. Tra il 1364 e il 1366 Pietro I di Castiglia lasciò un’impronta indelebile nel palazzo, ingaggiando artigiani nasridi di Granada e carpentieri mudéjar di Toledo per creare meraviglie come: il Patio de las Doncellas, il cui nome fa riferimento alla leggenda delle “cento vergini” che i re musulmani pretendevano come tributo ogni anno dai cristiani spagnoli; il Patio de las Muñecas, così chiamato per via delle teste femminili che ornano i capitelli.
Il Palacio del Rey Don Pedro fu la prima reggia sfarzosa costruita per un re castigliano, infatti in passato i sovrani avevano sempre vissuto in castelli difensivi. La parte più sorprendente conservatasi è il Salón de Embajadores, con una cupola in legno di cedro.
Successivamente altri monarchi aggiunsero parti al palazzo, tra cui Carlo V che apportò modifiche in stile gotico. La sua cappella conserva un “retablo” di azulejos eseguito nel 1504 da Francisco Niculoso – detto Pisano – e una serie di arazzi raffiguranti la presa di Tunisi, realizzati a Bruxelles nel 1740.
Il Cuarto Real Alto è la residenza reale più antica d’Europa ancora in uso. Per prendere parte al tour audio-guidato in inglese o spagnolo delle quindici camere ammobiliate nel XIX secolo, è indispensabile acquistare sul sito ufficiale l’integrazione di €5,50. I posti disponibili sono pochissimi e le fasce orarie inflessibili. Per non avere problemi si può accedere con 60 minuti di anticipo all’Alcázar e ci si deve presentare al piano superiore 15 minuti prima dell’orario indicato sul biglietto.
Onestamente, tornassi indietro, non ripeterei l’esperienza della parte reale. Sembra quasi di calarsi in un episodio dispotico di “Black Mirror”. Dagli auricolari una voce robotica, poco coinvolgente, spiega ininterrottamente oggetti e cose che occorre individuare autonomamente lungo il percorso, mentre due guardie fissano il gruppo in silenzio, bloccandolo di stanza in stanza. Nessun contatto umano. Tanta oppressione inutile. A peggiorare il tutto: è vietato scattare foto.
Già che ci siamo, restando in tema serie TV, può essere interessante ricordare che nell’edificio moresco (quello meritevole d’attenzione) sono state girate alcune scene di “Game of Thrones” della quinta e della sesta stagione.
Uno degli angoli più ricchi di magia del complesso, comprendente 21.000 metri quadrati di giardini ed edifici, è sicuramente quello dei Baños de Doña María de Padilla. La regina ebbe quattro figli da Pietro I, ma fu riconosciuta sua moglie legittima solo dopo la morte. Per onorarla, il sovrano dichiarò di aver contratto segretamente il primo matrimonio con lei. Dunque, la Chiesa non poté fare altro che annullare le altre unioni coniugali.
Purtroppo non sempre è possibile visitare i giardini. In caso di forte mal tempo – com’è successo a noi – i cancelli potrebbero rimanere chiusi per alcuni giorni. Un dettaglio che ci sarebbe piaciuto vedere era il Pabellón de Carlos V, circondato dall’aranceto in cui sembrerebbe essere stato rilevato l’albero amaro più antico di Spagna. L’arancio, simbolo dell’Andalusia, fu in realtà introdotto dagli arabi.
La visita del Real Alcázar di Siviglia va programmata per tempo e richiede circa 60-90 minuti. Le aree verdi potrebbero essere godute in una mezz’ora aggiuntiva o poco più, a seconda del proprio interesse. Un tour guidato è caldamente consigliato per non perdersi niente per strada.
- Prenota la visita
- OTT - MAR | Orario: 9.30 - 17.00
- APR - SET | Orario: 9.30 - 19.00
- 14,50 | Ridotto € 7,00 | < 13 anni gratis
- € 5,50 Cuarto Real Alto ENG/ESP
- Lunedì limitati ingressi gratuiti nell'ultima ora
TOUR COMPLETO
Tour di 150 minuti della Cattedrale, della Giralda e del Real Alcázar con guida parlante italiano.
4 - Barrio Santa Cruz
Originariamente il quartiere ebraico di Siviglia era un labirinto di stradine strette, piazze pittoresche e case bianche con grate di ferro battuto. Tuttavia, dopo le persecuzioni del XV secolo, molti ebrei furono uccisi, alcuni convertiti e la maggior parte espulsi. Quasi tutte le chiese di Barrio Santa Cruz sono sinagoghe convertite. Un esempio è l’Iglesia de Santa María la Blanca, il cui ingresso costa €2,00.
Archivo General de Indias
Con la Cattedrale e il Real Alcázar, l’Archivo General de Indias forma la “triade” dichiarata nel 1987 Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Commissionato all’architetto Juan de Herrera nel XVI secolo, il palazzo cessò di essere utilizzato come Casa Lonja de Mercaderes nel 1680, quando la sede dei commerci delle colonie fu trasferita a Cádiz.
Nel 1785 re Carlo III designò la costruzione per custodire la documentazione dei territori spagnoli d’oltremare. Attualmente vi sono catalogati migliaia di documenti e di mappe, dalla scoperta dell’America fino alla perdita delle Filippine, al “desastre” (sconfitta subita nella guerra ispanoamericana) del 1898.
- MAR - SAB | Orario: 9.30 - 16.30
- Orario Domenica: 10.00 - 13.30
- Gratuito
5 - Tapas Bar
Se c’è una cosa che stupisce i visitatori è vedere come la gente ami stare in strada e fare tardi anche nei giorni feriali, riempiendo quanti più tavoli e banconi dei bar. Quest’abitudine sembrerebbe essersi radicata nel tempo, venendo narrata da molti scrittori del passato. Nel 1840 Théophile Gautier considerò una virtù ciò che per altri era un difetto dei sivigliani: <<si occupano poco del passato, meno ancora del domani, vivono sempre nel presente>>.
Il termine “tapa” deriva dall’usanza di coprire i bicchieri di vino nelle taverne con un pezzo di pane o di prosciutto, per proteggerli da insetti o polvere. Questa particolarità risale al XVI secolo e si può trovare testimonianza nel romanzo “Lazarillo de Tormes” del 1554.
Oggi le tapas si sono evolute in deliziosi bocconcini, delle piccole porzioni di piatti tradizionali, e sono una parte fondamentale della cultura gastronomica spagnola. Gli abitanti del posto hanno l’abitudine di mangiare alcune tapas in un bar e poi spostarsi in un altro locale per assaggiarne altre. Questo giro, noto come “tapeo” o “ir de tapas”, diventa una specie di pasto itinerante a base di specialità del luogo. Detto questo, nessuna regola impedisce di trascorrere la serata in un solo bar o di ordinare un piatto intero.
Generalmente tre o quattro tapas – €4,20 l’una a Siviglia – sono più che sufficienti per saziarsi. Tra i piatti tipici da ordinare suggerirei: salmorejo (zuppa fredda di pomodori), cazón en adobo (palombo fritto), soldaditos de pavía (merluzzo fritto), croquetas (con qualsiasi ripieno), ternera a la sevillana (vitello), solomillo (maiale), carrilada en salsa (stufato di maiale), chorizo (salsiccia).
Le bevande quasi sempre non figurano sul menù. Si può optare alla cieca per un “tinto de verano” o una “cerveza“. La sangria in Andalusia non brilla per sapore ed è costosa.
LEZIONE
Per non sentirsi in colpa e tenersi in forma, si può prendere parte a una lezione di flamenco per principianti.
6 - Plaza del Cabildo
Nonostante la vicinanza alla Cattedrale, Plaza del Cabildo è una piccola e raccolta area non così facile da individuare sulla propria strada. Forse è proprio questa sua “timidezza” a renderla così preziosa e sconosciuta al grande turismo di massa.
Per raggiungerla si possono utilizzare tre diversi ingressi: da Avenida de la Constitución, da Calle Almirantazgo e da Calle Arfe. Tutti i cancelli vengono chiusi al calar del sole. La domenica dalle 9.00 alle 14.00 Plaza del Cabildo ospita un peculiare mercato specializzato in numismatica e filatelia.
Il nome e l’architettura della piazza sembrerebbero derivare dal cortile interno dell’antico Colegio de San Miguel, appartenuto al Capitolo “Cabildo” della Cattedrale. Nell’edificio studiavano e alloggiavano i giovani componenti del coro, oltre ai chierichetti, ai sagrestani e agli accoliti.
7 - Plaza de Toros de la Maestranza
Plaza de Toros de Sevilla – di proprietà della Real Maestranza de Caballería, un ordine nobiliare del XIII secolo – passa difficilmente inosservata con la sua facciata barocca di colore bianco e ocra che incornicia i portoni rossi fiammanti. Può ospitare oltre 14.000 persone e offre uno spettacolo discutibile: la corrida.
La sua costruzione ebbe inizio nel 1761 tuttavia, dieci anni più tardi, Re Carlo III bandì le arene e i lavori ripresero solo nel 1881. Le strutture mancanti furono completate in legno e, nonostante i ripetuti tentativi dei sovrani spagnoli di vietare questo tipo di cruenta esibizione, le corride non scomparvero mai del tutto dal Paese.
Ancora oggi nell’arena i toreri mettono in gioco la propria vita e carriera esibendosi con coraggio e abilità contro i possenti tori. Il livello di passione e reverenza con cui gli spettacoli vengono seguiti è paragonabile solo all’entusiasmo dei tifosi di calcio, anche se esternato in maniera completamente diversa. Niente cori qui, piuttosto un rispettoso e impenetrabile silenzio.
La visita esplorativa di Plaza de Toros potrebbe rivelarsi controversa: è vero che viene offerto un mezzo (l’audioguida) per comprendere meglio l’arte taurina, ma è altresì vero che l’acquisto del biglietto implichi una forma di sostegno per una pratica violenta e ormai obsoleta nella società moderna.
8 - Torre del Oro
La torre si erge sulle rive del fiume Guadalquivir coi suoi 36 metri d’altezza. Il nome in arabo potrebbe essere stato “Burj al-dhahab”, “Burj al-azahar” o “Burj al-azajal” riferendosi al suo bagliore dorato (dovuto a una miscela di malta, calce e paglia pressata) che si rifletteva sul fiume.
La prima parte di Torre del Oro, a forma dodecagonale, fu costruita nel 1221 dagli Almohadi. Rappresentava il punto di partenza di una serie di strutture che scendevano verso la sponda opposta del fiume per difendere il porto di Siviglia. La flotta castigliana riuscì però a superare la barriera e nel 1248 Ferdinando III conquistò la città.
Nel XIV secolo Pietro I fece aggiungere alla torre un secondo corpo che, a detta delle malelingue, utilizzava per gli incontri amorosi extraconiugali. Nel 1760 venne aggiunta una terza e ultima sezione di forma cilindrica coronata da cupola, dall’ingegnere militare Sebastian Van der Borcht, il quale progettò anche la Reale Fabbrica di Tabacco.
Oggi Torre del Oro conserva modellini, carte di navigazione, bussole e altri cimeli del Museo Naval de Sevilla. Per accedere è richiesto un contributo “volontario” di almeno €3,00. Dalla terrazza è possibile ammirare un discreto panorama.
- LUN - VEN | Orario: 9.30 - 17.30
- SAB - DOM | Orario: 10.30 - 18.30
- 3,00
CROCIERA
Crociera sul Guadalquivir con audioguida in italiano, per ammirare Siviglia da una prospettiva diversa.
9 - Barrio Triana
Nonostante in passato fosse considerato il “lato sbagliato” del fiume Guadalquivir a causa della povertà e della delinquenza, oggi il quartiere Triana è uno dei più imperdibili e affascinanti dell’intera città.
I suoi abitanti si definiscono “indipendenti” rispetto al resto di Siviglia perché, anche se oggi esistono diciotto strutture di collegamento tra le due sponde, la prima (il Puente de Isabel II) fu realizzata nel 1852. Prima di allora esisteva solo una passerella di legno che galleggiava sulle barche, abbozzata dagli almohadi nel 1171.
Questo isolamento contribuì allo sviluppo dell’arte del flamenco – una valvola di sfogo del non più nomade popolo gitano – e della concentrazione di fabbriche. In particolare, si affermò a livello nazionale la produzione di ceramiche di Triana. Le botteghe ancora operative sono ubicate tra calle Alfarería, Antillanos Campos e San Jorge.
10 - Spettacolo di Flamenco
Il flamenco – con la sua passione ardente e la fusione di musica, danza e poesia – affonda le radici nel Barrio Triana. Non c’è modo migliore per immergersi nella cultura locale, se non assistendo a uno spettacolo dal vivo in un teatro o in un intimo tablao.
Per orientarsi tra le molte strutture disseminate lungo le vie di Siviglia, ho scritto questo articolo. Il prezzo di un’esibizione di 60-90 minuti si aggira attorno a €25-35 a persona.
Il Museo del Baile Flamenco è il primo e unico “tempio” dedicato al flamenco della città. La sua missione è quella di far conoscere la storia di questa forma d’arte, Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, introducendo la sua bellezza e il suo significato con oggetti simbolici, testimonianze fotografiche e video di esibizioni mozzafiato. È inoltre possibile assistere a uno spettacolo pagando un supplemento.
- Orario museo: 11.00 - 18.00
- Orario inizio spettacoli: 17.00 | 19.00 | 20.45
- 10,00 | Ridotto € 8,00 (museo)
- 25,00 | Ridotto € 18,00 (spettacolo)
- 29,00 | Ridotto € 22,00 (museo + spettacolo)
11 - Mercados de Sevilla
I mercati generalmente si caratterizzano per l’ottimo rapporto qualità/prezzo e la loro vivacità. Nelle osannate bancarelle sivigliane mi sarei aspettata di trovare tantissimo cibo d’asporto, come a Barcellona o a Lisbona; invece mi sono imbattuta in un’offerta più simile a quella italiana, indirizzata soprattutto sui prodotti crudi. Peccato. Ad ogni modo, la maggior parte dei mercati di Siviglia è al coperto e merita una capatina anche solo per l’architettura.
Il Mercado de Triana è il più apprezzato e frequentato dai turisti. Tra i banchi di frutta, verdura, carne e pesce è possibile intravedere qualche scorcio delle rovine del Castillo de San Jorge, tristemente noto per essere stato sede della Santa Inquisizione tra il 1481 e il 1785.
Il moderno e luminoso Mercado Lonja del Barranco offre una vasta selezione di prodotti tipici e gourmet. Sicuramente non economico, ma comodo per un pasto veloce. Dispone di innumerevoli posti a sedere.
Il Mercado Artesania El Postigo ci ha invece lasciati a bocca aperta. Al suo interno è nascosta un’autentica galleria d’arte, con opere artigianali certificate, di ogni tipo e per tutte le tasche. L’originalità si osserva nei gioielli, nelle decorazioni, negli utensili da cucina… persino nei dipinti di grandi artisti del calibro di Picasso o Keith Haring!
Il Mercado de Feria è il più antico di Siviglia (datato 1719). Leggermente fuori mano, è racchiuso in un edificio bianco di modeste dimensioni, con le volte tipicamente colorate di giallo. I giovedì viene affiancato da bancarelle dell’usato del Mercadillo del Jueves.
TOCCA A TE
Lezione serale di cucina spagnola all’interno del mercato di Triana, accompagnata da sangria e tante risate.
12 - Case nobiliari andaluse
Oltre all’Alcázar, esistono almeno altri tre palazzi nobiliari a Siviglia dove poter ammirare l’arte mudéjar. Questo stile, sviluppatosi nella Penisola Iberica subito dopo la fine del dominio musulmano, è caratterizzato da una fusione di influenze culturali diverse.
Alcuni degli elementi che lo contraddistinguono sono: il cortile “patio” con pianta quadrata e fontana centrale, gli archi a ferro di cavallo, le decorazioni a stucco cesellate policrome “yeserias“, le pareti rivestite da ceramiche colorate “azulejos” e i soffitti a cassettone con intarsi intricati “artesonados“.
13 - Museo de Bellas Artes
La seconda pinacoteca più importante della Spagna, dopo il Prado di Madrid, ha una storia legata a quella della Chiesa. L’edificio che oggi ospita il Museo de Bellas Artes occupa infatti lo spazio dell’antico Convento de la Merced Calzada, realizzato nella prima metà del XVII secolo da Juean de Oviedo. Nel 1836 la proprietà passò in mano allo Stato e tra il 1868 e il 1898 vennero effettuati consistenti lavori di restauro, con la ricollocazione di splendidi azulejos provenienti da costruzioni dismesse.
Attualmente l’attrattiva principale del museo è costituita dalla vasta collezione di tele barocche, tra le quali spiccano quelle di Bartolomé Esteban Murillo. La sala allestita nell’antica chiesa del convento è dominata da “La Colosal” e “Virgen de la Servilleta”. Notevole anche l’intensità spirituale di “Apoteósis de Santo Tomás de Aquino” di Francisco Zurbarán. I critici d’arte continuano a domandarsi come questo artista possa aver imparato a dipingere in modo così magistrale, dal momento che non ebbe grandi maestri e che viaggiò molto poco.
Altre importanti opere che si possono osservare nella pinacoteca seguono le correnti del manierismo e del naturalismo sivigliano, con esponenti: Francisco Pacheco, Alonso Vázquez, Vasco Pereira, Diego Velázques e Alonso Cano. Al primo piano, due ampie sale conservano il meglio della pittura del Novecento, con Daniel Vázquez Díaz, Joaquín Sorolla, Ignacio Zuloaga e Gustavo Bacarisas. Da non perdere inoltre “Las Cigarreras” di Gonzalo Bilbao Martínez.
- MAR - SAB | Orario: 9.00 - 21.00
- Orario Domenica: 9.00 - 15.00
- 1,50 | Gratuito per i cittadini UE
14 - Metropol Parasol (Las Setas)
Il progetto del Metropol Parasol, eseguito dall’architetto tedesco Jürgen Mayer, nacque con l’obiettivo di riqualificare uno spazio pubblico caduto in rovina nel corso degli anni. I lavori iniziarono nel 2005, ma vennero rallentati da problemi strutturali. Sei anni dopo, nel 2011, con una spesa quasi raddoppiata rispetto al budget iniziale e un’inarrestabile pioggia di polemiche, l’opera fu completata.
La forma ricorda 6 funghi giganti uniti tra loro da un reticolato a nido d’ape, per questo motivo gli spagnoli la chiamano semplicemente “Las Setas”. La struttura, realizzata completamente in legno, copre una superficie di 150 metri da un lato e 70 metri dall’altro, raggiungendo un’altezza di 28,5 metri. Salendo sul Mirador del Metropol Parasol si può godere di una romantica vista sulla città di Siviglia. Al tramonto, lo spettacolo di luci rende l’esperienza ancora più magica.
Gli scavi effettuati per la costruzione del parcheggio sotterraneo hanno riportato alla luce quasi duemila anni di storia: i pozzi di un emporio romano del I secolo, alcune ville con oltre 30 mosaici e una casa del XIII secolo. I resti dell’antica città romana Hispalis sono visitabili nell’Antiquarium da martedì a sabato dalle ore 10.00 alle ore 20.00 e domenica dalle ore 10.00 alle ore 14.00, al costo di €2,00.
Il complesso ospita anche il Mercado de la Encarnaciòn che possiede una quarantina di bancarelle con una vasta gamma di prodotti freschi.
- Prenota la visita
- Orario: 9.30 - 0.30
- 15,00 | Ridotto € 12,00 | < 5 anni gratis
ILLUSIONI
Il Museo delle Illusioni di Siviglia inganna la vista e la mente con ologrammi, stanze rotanti, puzzle e miraggi.
15 - Iglesia Colegial del Divino Salvador
Molti turisti ignorano che il biglietto per la Cattedrale di Siviglia comprende anche l’ingresso all’Iglesia Colegial del Divino Salvador. Il sito attuale era originariamente occupato dalla Moschea Ibn Adabbas, costruita nell’829 per volere di Abd al-Rahman II ibn al-Hakam. La mezquita venne edificata, a sua volta, su antiche costruzioni di epoca romana e visigota.
Quando i cristiani riconquistarono la città nel 1248, adattarono gradualmente il palazzo al culto cattolico. L’antico cortile delle abluzioni (il “Patio de los Naranjos”), fu convertito in un cimitero, mentre il minareto divenne il campanile.
Tra il 1682 e il 1712, la chiesa subì una parziale demolizione e ricostruzione. Presero parte al nuovo progetto diversi architetti tra cui Leonardo de Figueroa e José Granados de la Barrera. Quest’ultimo presentò il disegno definitivo per la facciata (poi realizzata da Francisco Gomez Septién). All’interno si possono ammirare le opere scultoree “Jesús de la Pasión” di Juan Martínez Montañés e “Cristo del Amor” di Juan de Mena.
- LUN - SAB | Orario: 11.00 - 19.00
- Orario Domenica: 14.30 - 18.00
- 12,00 | Ridotto € 6,00 | < 13 anni gratis
- € 5,00 audioguida ITA
- Esiste un biglietto di € 6,00 solo per l'Iglesia Colegial del Divino Salvador
16 - Hospital de Los Venerables
Fondato nel 1676 da Justino de Neve, l’ospedale aveva il compito di accogliere anziani sacerdoti in pensione e malati, grazie al sostegno della Confraternita del Silenzio. Juan Domínguez diede il via alla costruzione, ma fu il maestro barocco Leonardo de Figueroa a completare l’intero edificio. L’architetto lasciò il suo segno anche su altri monumenti di Siviglia, come il Claustro Mayor del Museo de Bellas Artes e il Palacio de San Telmo.
Il cortile di Hospital de los Venerables è un capolavoro armonioso. La forma quadrata nasconde una sorpresa: al centro, a un livello appena inferiore, si trova una fontana contornata da cerchi concentrici. Il particolare design sembrerebbe essere stato pensato per raccogliere l’acqua piovana in caso di penuria. Le gallerie che circondano il patio sono decorate con piastrelle smaltate, aranci e colonne di marmo.
L’annessa chiesa di San Fernando custodisce opere di Pedro Roldán, Juan Martínez Montañes e soprattutto di Juan de Valdés Leal. Nella sacrestia è possibile ammirare un suo affascinante trompe-l’œil, in cui sembra che gli angeli stiano sostenendo la croce in cielo. La pala sull’altare maggiore fu affrescata dal figlio, Luca de Valdés Leal, e Virgilio Maltoni. Spesso vi si tengono concerti d’organo.
I pittori andalusi divennero così famosi a livello internazionale, coi grandi musei che iniziarono a fare a gara per acquisire le loro opere, senza curarsi del modo illecito con cui le tele erano uscite dal territorio spagnolo. L' "Inmaculada", che Murillo dipinse nel 1678 per l'Hospital de Los Venerables, fu chiesta in cambio di un ritratto di Diego Velázquez dal Museo del Prado di Madrid. Non fece mai più ritorno a Siviglia.
Oggi l’ormai ex ospedale è sede della Fundación Focus-Abengoa, organizzatrice di note mostre d’arte temporanee. Il complesso ospita anche il Centro Velázquez. I dipinti dell’artista sivigliano (1599-1660) in esposizione permanente sono: “Santa Rufina” – il cui valore supera i 15 milioni di euro – e “La imposición de la casulla a San Ildefonso”.
- LUN - SAB | Orario: 10.00 - 19.00
- Orario Domenica: 10.00 - 15.00
- 12,00 | Ridotto € 10,00 | < 12 anni gratis
- Lunedì limitati ingressi gratuiti dalle ore 15.00
17 - Peccati delle suore di clausura
Il centro storico di Siviglia è costellato di monasteri e conventi dove le suore di clausura si tramandano da generazioni golose ricette. Nell’atrio del Convento de San Leandro e del Convento de Santa Inés è presente un tornello che permette di effettuare acquisti, mantenendo segreta l’identità delle venditrici.
Confessando che si è giunti con la coscienza pulita, si può ordinare una ricompensa peccaminosa. Ad esempio i celebri yemas de San Leandro (dolci a base di tuorli d’uovo, zucchero e limone), i pestiños de San Agustín (paste fritte di origine araba), i cortadillos (frollini al sesamo, zucchero e mandorle) e tantissime altre leccornie della tradizione andalusa. Rinomate anche le marmellate del Monasterio de Santa Paula.
Nel Monasterio de La Encarnación è invece possibile ottenere pacchetti di recortes, ovvero scarti/ritagli di ostie, inutilizzabili per le liturgie. Durante la Settimana Santa, questi “snack” diventano più popolari di patatine e pop-corn.
BUS TURISTICO
Chi non ama camminare può comodamente muoversi per un’intera giornata col bus Hop-on Hop-off provvisto di audioguida.
18 - Calle Sierpes
Calle Sierpes si estende da Plaza de la Campana fino a Plaza de San Francisco, dove si erge il municipio. Ha il privilegio di ospitare alcuni dei più antichi negozi della Spagna, tra cui: la cancelleria “Papelería Ferrer” (inaugurata nel 1856), la pasticceria “Confitería de la Campana” (1885), l’orologeria “Relojería El Cronómetro” (1901) e la cappelleria “Sombrerería Maquedano” (1910).
Da quest’arteria commerciale si diramano moltissime altre vie pedonali dello shopping.
19 - Basilica de la Macarena
Situata nella parte nord della città, nel quartiere omonimo, la neobarocca Basilica de la Macarena fu costruita tra il 1941 e il 1949 dall’architetto Aurelio Gómez Millán. Al suo interno si può attraversare gratuitamente la singola navata e ammirare la statua della Virgen de la Esperanza Macarena sopra l’altare maggiore, ornata d’oro, argento e pietre preziose.
Vi si trova anche un museo che esibisce una collezione di abiti “traje de luz” donati come ex voto dai toreri, i paramenti indossati durante le processioni della Semana Santa e una piattaforma d’argento realizzata nel 1650 per trasportare la Madonna.
Semana Santa
La Settimana Santa di Siviglia è un susseguirsi di eventi, tra i più suggestivi esistenti, soprattutto agli occhi di chi non ha familiarità coi riti religiosi. Nulla è lasciato al caso. Ogni partecipante sa esattamente qual è il proprio compito e come muoversi all’interno del grande ingranaggio, senza generare intoppi.
I penitenti “nazarenos“, provenienti dalle 69 confraternite, si riconoscono a distanza dalla testa a punta. Rigorosamente incappucciati, possono toccare quota 2800 per singola processione. Le rappresentazioni scultoree degli eventi della passione di Cristo “pasos“, a seconda delle dimensioni, vengono sorretti da un numero di portantini compreso tra 36 e 48. Le strade del centro storico sono talmente gremite di gente che quasi non si vede l’asfalto.
Ogni giorno della settimana diverse confraternite escono dalla chiesa di appartenenza, passano dalla “carrera oficial” – dove vengono montati i palchi coi posti a sedere per il pubblico – attraversano la cattedrale e fanno ritorno al punto di partenza. Il percorso dura molte ore, fino addirittura a quattordici (come nel caso della comunità di El Cerro del Águila). È impossibile evitare d’imbattersi in una processione a Siviglia. Se non sarete voi a cercarla, sarà lei a trovarvi!
20 - Conjunto Arqueológico de Itálica
Questa tappa sorprendente è in realtà situata fuori dal centro urbano, nella località Santiponce. Il bus 170a impiega circa 35-40 minuti per raggiungerla, partendo ogni mezz’ora da “Plaza de Armas” o davanti al centro commerciale “Torre Sevilla”. Il biglietto costa €1,65 a tratta (nel 2024) e si può comodamente acquistare a bordo.
L’origine del complesso archeologico di Itálica risale al 206 a.C., quando il generale Publio Cornelio Scipione decise di attrezzare la zona per accogliere soldati romani e italici, feriti durante la seconda guerra punica. Da lì a poco l’insediamento si evolse in una colonia romana, divenendo patria di due imperatori: Traiano e Adriano. La città perse poi prestigio a causa delle invasioni barbariche, anche se continuò a essere abitata dagli arabi fino all’anno Mille.
Sebbene dalle rovine furono estratti materiali da costruzione per la vicina Siviglia, nel sito romano sono ancora perfettamente conservati mosaici, fondamenta di domus e di luoghi pubblici e uno splendido anfiteatro (palcoscenico di alcune riprese della settima e ultima stagione della serie televisiva “Game of Thrones”).
- 21/03 - 20/06 | MAR - GIO | Orario: 9.00 - 18.00
- 21/03 - 20/06 | VEN - SAB | Orario: 9.00 - 21.00
- 21/06 - 20/09 | MAR - SAB | Orario: 9.00 - 15.00
- 21/09 - 20/03 | MAR - SAB | Orario: 9.00 - 18.00
- Orario Domenica: 9.00 - 15.00
- 1,50 | Gratuito per i cittadini UE
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