Come si raggiunge il Castello di Praga?
Il Quartiere del Castello (Hradčany) si estende sulla sommità di una collina e fa parte del Patrimonio UNESCO dal 1992. Prendendo la metro, la fermata a cui fare riferimento è “Malostranská”, sulla linea A. Da lì, si può percorrere a piedi la ripida Via Nerudova o la Vecchia Scalinata del Castello (Staré Zámecké Schody).
Vale la pena faticare un po’ per la visuale che si ottiene gradualmente sulla città. In alternativa, esiste una modalità più comoda, ovvero: raggiungere il Castello di Praga col tram 22/23 e scendere a “Pražský Hrad” oppure a “Pohořelec”.
Visto dal basso il Castello di Praga appare monolitico ma, una volta varcato il cancello, ci si trova in una città nella città. All’interno dei suoi confini, tra cortili e vicoli pittoreschi, sono custoditi la Cattedrale di San Vito – che da sola vale il viaggio – e diversi palazzi nobiliari, molti dei quali sono oggi sede di musei e uffici governativi.
Quanto costa il biglietto del Castello di Praga?
Il borgo del Castello di Praga è accessibile tutti i giorni GRATUITAMENTE dalle ore 6.00 alle 22.00, ma per entrare negli edifici è indispensabile l’acquisto di uno o più biglietti. Quelli cumulativi sono validi per due giorni consecutivi, a patto che si utilizzino una sola volta per attrazione.
Il titolo d’ingresso “Basic Tour” comprende il Vecchio Palazzo Reale, la Basilica di San Giorgio, la Cattedrale di San Vito, il Vicolo d’Oro e la Torre Daliborka per un totale di 450 CZK (circa €18) o ridotto 300 CZK (€12). La Grande Torre della Cattedrale di San Vito ha un costo aggiuntivo di 200 CZK (€8) o di 150 CZK (€6).
Il titolo d’ingresso “Permanent Exhibitions” comprende invece la mostra del Castello di Praga, la Pinacoteca, la Torre delle Polveri Mihulka e alcune sale espositive di Palazzo Rosenberg per un totale di 300 CZK (circa €12) o ridotto 200 CZK (€8).
BIGLIETTO
Per evitare di perdere tempo si può acquistare online l’ingresso per il Vecchio Palazzo Reale, la Basilica di San Giorgio, la Cattedrale di San Vito, il Vicolo d’Oro e la Torre Daliborka con audioguida in italiano inclusa.
In alternativa, è possibile prendere parte a un tour per piccoli gruppi della durata di 2 ore e mezza, con una guida locale parlante italiano.
TOUR GUIDATO
Cambio della guardia
Il cambio della guardia avviene ogni ora – dalle 9.00 alle 18.00 – davanti al Matthias Gate (Matyášova Brána), nella Prima Corte. Tuttavia, per il momento più suggestivo che include lo scambio della bandiera, il picchetto d’onore e l’accompagnamento musicale, occorre sgomitare tra la folla a mezzogiorno in punto.
Le guardie del castello (hradní stráž) indossano uniformi solo in apparenza storiche; in realtà furono commissionate nel 1984 a Theodor Pištěk, nonché costumista del film “Amadeus”. Possiedono una variante azzurra per l’estate e blu scura per l’inverno.
Pinacoteca del Castello di Praga
Nella Seconda Corte è situata la Pinacoteca (Obrazárna), che iniziò a svilupparsi nel 1583, durante il Regno di Rodolfo II, imperatore del Sacro Romano Impero, re di Boemia e arciduca d’Austria. Si stima che entro il 1612 – anno della morte del sovrano – arrivò a contare oltre 3.000 opere d’arte provenienti da tutta Europa.
Durante la Guerra dei Trent’anni molti dipinti furono trasferiti a Vienna e un’importante porzione fu portata via dalle truppe svedesi. Nel tempo, alcuni quadri furono restituiti e altrettanti nuovi acquisiti, non riuscendo però mai a superare le 600 unità.
Sebbene la collezione attuale rappresenti solo una parte dell’originale, è notevole per la qualità delle opere esposte, con artisti del calibro di Tiziano, Rubens e Hans von Aachen.
- NOV - MAR | Orario: 9.00 - 16.00
- APR - OTT | Orario: 9.00 - 17.00
- Permanent Exhibitions 300 CZK | Ridotto 200 CZK | < 6 anni gratis
Cattedrale di San Vito
La Cattedrale di San Vito occupa uno spazio così ampio nella Terza Corte, che è difficile ricavarne una fotografia d’insieme. Molti turisti si stendono addirittura a terra per riuscire nell’impresa! La costruzione iniziò nel 1344 sopra i resti della Basilica di Vratislav e Spytihnev (1096), a loro volta posti sulla rotonda cristiana del Regno di San Venceslao (929). Mentre l’inaugurazione avvenne nel lontano 1929, esattamente mille anni dopo la prima edificazione.


L’imperatore Carlo IV aveva intenzione di fare di Praga un arcivescovato indipendente e, colpito dalla bellezza della cattedrale di Narbonne, chiese al francese Mathieu d’Arras di progettare una struttura simile. Quando però l’architetto morì nel 1352, dopo appena otto anni, erano state completate solo alcune parti del coro, delle cappelle radiali e dell’ambulacro. Nel 1356 gli succedette Peter Parler, che in quarantasei anni riuscì a terminare il coro e il transetto meridionale, con la magnifica Porta d’Oro.
Le guerre hussite del Quattrocento interruppero il progredire dei lavori fino alla metà del secolo avvenire. La Grande Torre – alta 96,6 metri – fu lentamente realizzata da Bonifác Wohlmut e sormontata dalla cupola di Nikolaus Pacassi. Dopo una serie di nulla di fatto, il cantiere tornò operativo alla fine dell’Ottocento grazie agli interventi di Josef Mocker e di Kamil Hilbert, che completarono la facciata con le torri a punta e le navate. Il rosone – 10 metri di diametro – raffigurante la Creazione, fu realizzato nel 1921 secondo i disegni di František Kysela.
Il protrarsi dei lavori di costruzione si può cogliere nell’asimmetria della struttura o, per meglio dire, nell’evoluzione dell’architettura gotica attraverso i secoli. A tal proposito, oltre alle statue dei Santi, di Carlo IV e dell’arcivescovo Arnošt di Pardubice, si possono notare delle inquietanti creature che sporgono qui e là. Di notte, le affamate belve dai denti aguzzi sembrano prendere vita, illuminate dal basso verso l’alto.


Entrando nella cattedrale l’atmosfera che si respira è di solenne bellezza. Le colonne sottili e slanciate supportano le volte a crociera, mentre le vetrate istoriate creano giochi di luce mozzafiato. Una trentina d’incoronazioni hanno avuto luogo e all’incirca la metà dei sovrani hanno poi chiesto di riposarvi; come ad esempio Carlo IV nella cripta sotto il coro, o il folle Rodolfo II che fece nascondere i suoi organi nella volta dei Sassoni.
La cappella di San Venceslao, situata vicino alla porta sud (sopra la tomba originale), è di gran lunga la più interessante delle ventidue presenti. Leggenda vuole che nel 921 Ludmilla, l’amatissima nonna cristiana di Venceslao, fu nominata sua reggente al posto di Drahomíra, la madre pagana. Non passò molto prima che quest’ultima fece uccidere la suocera in un impeto di gelosia, rompendo definitivamente i rapporti col figlio.
Quando Venceslao raggiunse la maggior età perseguì le orme di Santa Ludmilla, impegnandosi a promuovere la cristianità in Boemia con l’aiuto dei missionari della Chiesa tedesca. Un’idea che si rivelò pessima sia per la maggioranza della nobiltà pagana sia per la minoranza cristiana, che non vedeva di buon occhio l’ingerenza di stranieri nelle proprie terre. Il 28 Settembre 935 Venceslao fu pugnalato a morte all’ingresso di una chiesa da dei sicari, inviati dal fratello minore Boleslao “Il Pagano”. Prima di andarsene avrebbe sussurrato: «nelle tue mani, Signore, raccomando l’anima mia». Pare che il battente a forma di testa di leone non sia realmente quello a cui il Santo si aggrappò prima e dopo il suo assassinio, ma è stato bello crederlo per secoli.
La Cappella di San Venceslao conduce al Tesoro Reale, inaccessibile se non tramite una porta con sette serrature. Ogni chiave è gelosamente custodita da una diversa istituzione: il presidente della Repubblica Ceca, i due presidenti delle camere del parlamento, il primo ministro, il decano del capitolo di Vyšehrad, il sindaco e l’arcivescovo di Praga. Tra i gioielli celati al pubblico vi sono il globo, lo scettro e la corona di Carlo IV, realizzati in oro massiccio e adornati con pietre preziose.


Uno dei più grandi misteri di Praga riguarda le reliquie di San Vito: non è chiaro se sia stato San Venceslao ad acquisire il braccio benedetto o Carlo IV. L’unica certezza è che l’imperatore del Sacro Romano Impero fece effettivamente un viaggio in Italia nel 1354, da cui ottenne la testa di San Luca nella città di Padova, la testa di San Vittore a Feltre e la testa di Sant’Anania nello Stato Pontificio.
Tra la cappella mariana e l’altare maggiore, la tomba di San Vito passa quasi inosservata rispetto a quella di San Giovanni Nepomuceno, realizzata con due tonnellate d’argento e un drappo color rubino che le fa da cornice. Il Santo, sorretto da angeli, riserva non una ma ben due storie con lo stesso finale!
Dopo essersi laureato in diritto canonico a Padova nel 1387, Giovanni svolse diversi incarichi ecclesiastici fino a diventare vicario generale dell’arcivescovo di Praga. Era un brillante oratore quando, nel 1393, il monastero di Kladruby restò vacante per la morte dell’abate e l’imperatore Venceslao IV – da non confondere col predecessore – ordinò di trasformarlo in una sede vescovile per insediarvi un suo uomo di fiducia. Esperto di codici, il Santo ritenne inammissibile limitare la libertà della Chiesa e invitò i suoi fratelli a prendere parte all’elezione ordinaria. Il monarca, fuori di sé dalla collera, fece arrestare tutti.
Le torture piegarono gli altri ma non Giovanni, che fu condannato a morte. La notte del 20 Marzo il prigioniero fu portato sul Ponte Carlo, issato al parapetto e gettato giù. C’è oggi una croce tra il sesto e il settimo pilone in memoria del martirio.

La seconda storia – utilizzata per gli atti della beatificazione e della canonizzazione – vede l’aggiunta di un terzo soggetto: Giovanna di Baviera, la moglie di Venceslao IV. Per cercare conforto dai continui tradimenti matrimoniali, la regina era solita passare ore in preghiera. Proprio per questo motivo, tragico paradosso, Venceslao IV iniziò a dubitare della fedeltà della moglie. Prima pensò a una relazione con Giovanni, poi all’esistenza di un qualche amante di cui il confessore non poteva non sapere.
L’imperatore convocò quindi il Santo alla sua corte per farsi rivelare le confidenze della regina, ma questi si rifiutò di violare il segreto della confessione. Giovanni, come già narrato, venne allora incatenato e spinto nelle acque del fiume Moldava. L’intenzione era di farlo sparire senza clamore, peccato che la mattina seguente il corpo fu ritrovato sulla riva, avvolto da una luce stellare. Quando nel 1719 la sua tomba venne aperta, si dice che la lingua fosse rimasta incorrotta, per quanto raggrinzita.
Si potrebbe continuare a parlare della Cattedrale di San Vito all’infinito ma, considerato il tempo a disposizione, concluderei l’argomento con le navate laterali risalenti alla Prima Repubblica. Alcune opere furono sponsorizzate da istituzioni finanziarie. Inconfondibile la vetrata di Cirillo e Metodio commissionata ad Alfons Mucha dalla Banka Slavie.
- NOV - MAR | Orario: 9.00 - 16.00
- APR - OTT | Orario: 9.00 - 17.00
- Basic Tour 450 CZK | Ridotto 300 CZK | < 6 anni gratis
LONELY POCKET
Procurarsi una guida cartacea è un ottimo investimento per approfondire tutte le curiosità sulla città di Praga.
Chi invece avesse intenzione di spingersi oltre la capitale, può optare per una guida completa sulla Cechia.
GUIDA LONELY
Torre delle polveri Mihulka
La Torre delle polveri Mihulka, costruita nella seconda metà del XV secolo come bastione di artiglieria del Castello di Praga, assunse vari ruoli nel corso della sua storia. Durante il Regno di Rodolfo II fu utilizzata come alloggio mistico per gli alchimisti, mentre nella Guerra dei Trent’anni fu convertita in un punto di stoccaggio per la polvere da sparo (da cui il nome odierno).
Attualmente la torre ospita una mostra permanente sulle antiche unità militari che hanno protetto il complesso. È inoltre possibile godere di un panorama mozzafiato dalla terrazza posta a 44 metri d’altezza, basti affrontare 186 gradini in pietra.
- NOV - MAR | Orario: 9.00 - 16.00
- APR - OTT | Orario: 9.00 - 17.00
- Permanent Exhibitions 300 CZK | Ridotto 200 CZK | < 6 anni gratis
Vecchio Palazzo Reale
Fondato nel IX secolo come fortezza dei Přemyslidi, il Vecchio Palazzo Reale è molto al di sotto delle aspettative europee. Due architetti sembra gli abbiano conferito l’aspetto attuale: il primo è Nicolò Pacassi, sotto il servizio di Maria Teresa d’Austria (1740-80), che fece ricoprire gli edifici più antichi con uno strato grigio-verde; meno evidente è la mano di Jože Plečnik, assunto negli anni Venti dal presidente della neonata Repubblica, i cui principali contributi furono nelle stanze governative (inaccessibili al pubblico).
Superato l’atrio si apre la grande Sala Vladislao, con le iconiche volte tardo-gotoche e rinascimentali di Benedikt Ried. Nel corso dei secoli fu sede di feste d’incoronazione, balli, tornei, banchetti, assemblee, persino mercati di beni di lusso!


Un passaggio sulla destra conduce all’ala Ludvík, storicamente significativa per la Seconda Defenestrazione di Praga. Durante la Rivolta degli Stati Generali Cechi del 1618, lo scrivano e due governatori cattolici furono gettati dai protestanti giù dalla finestra – d’altronde non fu né il primo né l’ultimo caso di “normale amministrazione ceca” – dando inizio alla Guerra dei Trent’anni (1618-1648).
Secondo uno scritto dell’epoca, gli uomini che caddero da 15 metri d’altezza, invocarono ripetutamente i nomi di Gesù Cristo e di Maria. <<Vedremo se la vostra Maria verrà ad aiutarvi>> risposero in coro gli insorti. Tuttavia, quando si affacciarono alla finestra per controllare, videro i tre cattolici vivi e illesi. La caduta fu attutita dalla pendenza del terreno ai piedi del Castello e non da un mucchio di letame.
Detto questo, non c’è altro da vedere nel Vecchio Palazzo Reale. Sì, beh, c’è la sala del trono, ma si esce con l’impressione di essersi persi qualcosa lungo il percorso. Nemmeno la mostra sulla storia del Castello (accessibile col biglietto cumulativo “Permanent Exhibitions”) colma il senso di vuoto.
- NOV - MAR | Orario: 9.00 - 16.00
- APR - OTT | Orario: 9.00 - 17.00
- Basic Tour 450 CZK | Ridotto 300 CZK | < 6 anni gratis
Basilica di San Giorgio
Dietro una discutibile facciata color salmone del primo periodo barocco, si nasconde la chiesa romanica meglio conservata di tutta la Cechia. La Basilica di San Giorgio fu costruita nel 920 da Vratislao I e fu consacrata cinque anni più tardi dal figlio San Venceslao. Quest’ultimo vi fece inumare la salma della nonna Ludmilla, la prima santa martire di origine ceca. Una delle particolarità dell’edificio, oltre a quella di essere stato incorporato nel 976 a un monastero, è data dai suoi campanili gemelli: Adamo ed Eva.


Quel che si vede oggi è in buona parte il risultato di lavori di restauro. L’austerità della navata romanica è ravvivata da una doppia scala barocca che conduce all’abside, dove si può ammirare quel che resta degli affreschi. Le immagini alludono a un tempo di intrighi di corte e di rituali mistici che si svolgevano qui durante il medioevo.
Di fronte al coro si trovano, in bella mostra, la tomba in legno dipinto di Vratislao I e la lastra funeraria di Boleslao II (figlio di Boleslao “Il Pagano”). I restanti re della dinastia Přemyslidi furono tutti sepolti all’interno della cripta del XII secolo.
- NOV - MAR | Orario: 9.00 - 16.00
- APR - OTT | Orario: 9.00 - 17.00
- Basic Tour 450 CZK | Ridotto 300 CZK | < 6 anni gratis
Palazzo Rosenberg
Il palazzo rinascimentale, costruito tra il 1545 e il 1574 dalla famiglia Rožmberk, divenne nel secolo successivo l’ennesimo possedimento di Rodolfo II. Tuttavia, nel Settecento subì una significativa ristrutturazione per identificarsi nell’Istituto delle Nobildonne.
Onestamente, non è rimasto granché da vedere del suo antico splendore. Vi sono conservati alcuni mobili, dipinti e oggetti provenienti dal Vecchio Palazzo Reale.
- NOV - MAR | Orario: 9.00 - 16.00
- APR - OTT | Orario: 9.00 - 17.00
- Permanent Exhibitions 300 CZK | Ridotto 200 CZK | < 6 anni gratis
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Vicolo d'Oro
Nel 1583 Rodolfo Il d’Asburgo trasferì la corte imperiale da Vienna a Praga, decretando il secondo periodo più prospero della città (il primo fu sotto il dominio di Carlo IV, se non si fosse capito). Fu proprio allora che nacque il “mito del Vicolo d’Oro”.
Paranoico e probabilmente pazzo, Rodolfo II nutriva poco interesse per gli affari di Stato e preferiva trascorrere il suo tempo chiuso nel hrad per dedicarsi alle proprie passioni: l’alchimia, l’astrologia e l’arte. Così la Praga rudolfina finì per ospitare un imponente numero di artisti internazionali; compreso l’eccentrico Giuseppe Arcimboldo, coi suoi ritratti surrealisti di frutta e verdura; o gli astronomi Giovanni Keplero e Tycho Brahe; per non parlare degli stregoni Edward Kelley e John Dee.
Rodolfo era affascinato dalle teorie degli alchimisti e degli altri pseudoscienziati che affermavano di possedere le chiavi per la conoscenza dell’Universo. Il suo sogno era di trasformare i metalli grezzi in oro tramite la pietra filosofale.
Rifiutò di sposarsi, anche se mise al mondo numerosi figli illegittimi, poiché gli era stato preannunziato in un oroscopo che un erede legittimo gli avrebbe rubato il trono. Divenne anche diffidente nei confronti di qualsiasi ordine religioso dopo che gli fu predetto che sarebbe stato ucciso da un monaco. Alla fine fu spodestato nel 1611 da suo fratello minore e morì l'anno seguente, un giorno dopo il suo amato leone.


Il Vicolo d’Oro fu costruito da Rodolfo II per i 24 membri della guardia del castello ed ereditò il nome non dagli alchimisti, ma dagli orefici che lo abitarono alla fine del XVII secolo. Prosperò sotto l’imperatrice Maria Teresa, la quale ordinò che le case in legno fatiscenti venissero ricostruite con materiali più solidi come il mattone. Alla fine dell’Ottocento la strada divenne quindi popolare tra gli artisti.
Franz Kafka e sua sorella vissero al N.22 per un breve periodo nel 1917 e il poeta Premio Nobel Jaroslav Seifert vi soggiornò nel decennio seguente, anche se non è rimasta più traccia della sua casa. Negli anni Cinquanta i residenti vennero fatti trasferire per realizzare l’odierno quartiere dai colori pastello. L’aspetto un po’ contadino del Vicolo d’Oro si pone in netto contrasto con le due torri, usate come prigioni fino al Settecento.
- NOV - MAR | Orario: 9.00 - 16.00
- APR - OTT | Orario: 9.00 - 17.00
- Basic Tour 450 CZK | Ridotto 300 CZK | < 6 anni gratis
Torre Daliborka
La torre fu utilizzata come prigione fino al 1781, quando parte della struttura fu distrutta in un incendio. Le celle erano distribuite in base alla gravità dei reati: i prigionieri meno pericolosi erano detenuti nei piani superiori, mentre quelli più pericolosi erano rinchiusi nei piani inferiori, dove si trovava anche la stanza delle torture.


Torre Daliborka deve il suo nome al cavaliere Dalibor di Kozojedy, nonché suo primo prigioniero. Il nobiluomo fu incarcerato al suo interno nel 1498 – e successivamente giustiziato – per aver appoggiato una rivolta feudale. Una leggenda narra che, durante la prigionia, Dalibor imparò a suonare il violino e la sua musica malinconica riecheggia tutt’ora tra i vicoli del Castello. La storia ispirò il compositore Bedřich Smetana, a tal punto, che nel 1868 scrisse l’opera “Dalibor”.
- NOV - MAR | Orario: 9.00 - 16.00
- APR - OTT | Orario: 9.00 - 17.00
- Basic Tour 450 CZK | Ridotto 300 CZK | < 6 anni gratis
Palazzo Lobkowicz
Il palazzo, risalente al XVI secolo, divenne proprietà di una delle famiglie più antiche e influenti della Boemia nel 1603, fino a quando venne confiscato prima dai nazisti (1939), poi dai comunisti (1948). La restituzione a William Lobkowicz – il nipote del decimo principe di Lobkowicz, fuggito negli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale – avvenne dopo il 2002.
Oggi all’interno dell’edificio si possono ammirare sale adornate con affreschi, stucchi e boiserie che risalgono al periodo barocco. Tra i capolavori in mostra vi sono i dipinti di Pieter Bruegel il Vecchio, Canaletto e Diego Velázquez. Particolare rilievo merita anche la collezione musicale, con manoscritti autografati di Beethoven, Mozart e Haydn. Le composizioni sembrerebbero state commissionate dalla famiglia Lobkowicz per alcuni dei suoi membri.
- Orario: 10.00 - 18.00
- 340 CZK | Ridotto 270 CZK | < 6 anni gratis
CONCERTO
Palazzo Lobkowicz non è solo un museo, ma anche un centro culturale attivo che ospita concerti di musica classica, conferenze ed eventi speciali.
Giardino Reale
Una porta sul lato settentrionale delle mura del Castello di Praga conduce al Ponte delle Polveri che – oltre il Fossato del Cervo – si connette al rinascimentale Giardino Reale, fortemente voluto nel 1534 da Ferdinando I d’Asburgo.
Quest’ultimo commissionò all’architetto Paolo della Stella anche la Residenza Estiva della Regina Anna (o Belvedere), che vanta di essere il più autentico edificio in stile italiano a nord delle Alpi. Poiché oggi è adibito a galleria d’arte, è possibile visitarlo solo quando vi si tengono mostre temporanee. Di fronte, la Fontana Cantante cattura l’attenzione dei visitatori per la dolce melodia dell’acqua che scroscia nella sua vasca di bronzo.


La costruzione più bella resta, tuttavia, la Sala della Pallacorda (Míčovna) di Bonifác Wolmut, la cui facciata è impreziosita dalla tecnica dello sgraffito. Purtroppo la versione visibile è un rifacimento di quella originale, che fu interamente distrutta nella Seconda Guerra Mondiale.
Palazzo Schwarzenberg
Uscendo dal complesso del Castello, mettendo piede in Piazza Hradčany, spicca subito la Colonna di Maria, detta anche la Colonna della Peste perché eretta nel punto in cui il clero era solito svolgere le funzioni religiose nel periodo epidemico. Sul piedistallo si possono notare le figure dei santi patroni Venceslao, Vojtech e Vito, così come quelle di Pietro, Paolo e Giovanni Nepomuceno.


Sulla sinistra si erge lo straordinario Palazzo Schwarzenberg, la cui storia ha origine nel 1541, quando non una ma ben quattro case furono danneggiate da un incendio. Una di queste si dice fosse la bottega del Maestro Teodorico, il pittore di corte di Carlo IV. Ad ogni modo, la tragedia fu una fortuna per il nobile Lobkowicz che nel 1567 acquistò i lotti e realizzò una maestosa dimora. All’inizio del XVIII secolo, però, la proprietà passò alla famiglia Schwarzenberg, che volle rinnovare la facciata con l’iconica decorazione a sgraffito.
Dopo una serie di vicissitudini, la Galleria Nazionale di Praga ottenne il palazzo nel 2002. L‘esposizione permanente si concentra tra il XVI e XVIII secolo, comprendendo artisti come: Lucas Cranach il Vecchio, Albrecht Dürer, El Greco, Hans Holbein il Giovane, Rembrandt e Rubens. Il biglietto è acquistabile all’ingresso.
- MAR - DOM | Orario: 10.00 - 18.00
- 250 CZK | Ridotto 140 CZK | < 16 anni gratis
Palazzo Šternberg
Voltandosi sulla destra di Piazza Hradčany si può facilmente individuare il Palazzo Arcivescovile, progettato da Wohlmut su richiesta di Ferdinando I. I decori in stucco della facciata risalgono agli anni Sessanta del 1700.
Avvicinandosi all’edificio, un passaggio nascosto porta dinanzi a Palazzo Šternberg. La costruzione, su un sito topograficamente complesso con una ripida pendenza verso il Fossato dei Cervi, fu affidata dal 1699 al 1708 a Giovanni Battista Alliprandi. Il palazzo, in stile barocco, rimase di proprietà della famiglia Šternberg fino al 1811, dopodiché fu convertito in un ospedale psichiatrico e, durante la Prima Guerra Mondiale, in una base militare.
Dal 1947 si sistemò definitivamente una delle sedi della Galleria Nazionale. Tra i fiori all’occhiello figurano una collezione di icone russe e una di dipinti italiani risalenti al XIV e XV secolo. L’accesso è, ovviamente, a pagamento.
- MAR - DOM | Orario: 10.00 - 18.00
- 180 CZK | Ridotto 100 CZK | < 16 anni gratis
Nový Svět
Il gruppo di casette color pastello che, voltato l’angolo, si avvolge a spirale per formare la via Cernínská, fu concepito tra il XVII e XVIII secolo per ospitare artigiani e servitù di corte. Nonostante possieda le stesse potenzialità turistiche del Vicolo d’Oro, Nový Svet (Nuovo Mondo) è ancora una zona poco frequentata, al di là di qualche locale trendy e galleria d’arte. Vale la pena attraversarlo per proseguire l’itinerario in tranquillità.
Palazzo Černín
L’architetto Francesco Caratti progettò attentamente Palazzo Černín, la cui costruzione (dal 1669 al 1747) fu completata con l’intervento di Anselmo Lurago e František Kaňka. Come poi spesso succede, la proprietà passò dall’essere una ricca dimora barocca, al rappresentare una caserma militare, un orfanotrofio e persino la sede del governatore nazista Reinhard Heydrich.
Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale l’edificio ospita il Ministero degli Affari Esteri della Cechia e per questo, nel 1948, fu teatro di un evento drammatico: la Quarta Defenestrazione di Praga, un colpo di Stato comunista in cui perse la vita Jan Masaryk.


Sebbene gli interni non siano accessibili, Palazzo Černín non manca di esercitare il suo fascino nell’esclusività del suo giardino, aperto gratuitamente nei weekend della bella stagione. Un’oasi di pace nel cuore di Praga, dove la facciata dell’edificio – decorata con 30 colonne – può vantare la sua grandezza e opulenza.
- MAG - SET | Orario Sabato e Domenica: 10.00 - 17.00
- Gratuito
Santuario di Loreto
Il culto della Santa Casa – che secondo la tradizione corrisponderebbe a quella della Sacra Famiglia, ove la Vergine Maria ricevette l’annunciazione dall’Arcangelo Gabriele – ha radici in Italia. Nel Duecento la dimora, minacciata dai turchi pagani, si dice che fu trasportata da una schiera di angeli dalla sede originaria di Nazareth fino a una collina di alloro (da cui il nome Loreto, Loreta in ceco) nelle Marche.
La notizia del miracolo si diffuse in tutti i Paesi cattolici, dando il via alla costruzione di moltissime imitazioni del Santuario. I cinquanta realizzati in terra ceca (di cui oggi pochi ne rimangono) possedevano la stessa struttura, con una nicchia d’argento riservata alla statua in legno di tiglio della Madonna nera col Bambino. A Praga, nel 1626, Kateřina di Lobkowicz finanziò la riproduzione della Santa Casa nel quadro del movimento della Controriforma, che cercava di rafforzare la fede cattolica nelle terre boeme dopo la Riforma Protestante.

La facciata barocca, opera di Kilian Ignaz Dientzenhofer, è dominata da un campanile con ventisette campane olandesi che scandiscono l’ora intonando l’inno mariano: “We Greet Thee a Thousand Times”. Internamente, la Santa Casa di Praga è una struttura in mattoni, dalla volta a botte, decorata con rilievi in stucco realizzati da artisti italiani del XVII secolo. Il più prezioso tesoro che custodisce è il “Sole di Praga”, uno straordinario ostensorio in argento e oro, disegnato nel 1699 dal viennese Johann Bernhard Fischer von Erlach. I 6222 diamanti di cui è tempestato l’oggetto sacro, inizialmente sembra che ornassero l’abito nuziale della contessa Kolovrat.
Dietro alla Santa Casa si erge la Chiesa della Natività di Nostro Signore, consacrata nel 1737. Gli interni si caratterizzano per l’elaborato fiorire di dorature, per gli ampi affreschi che adornano le volte e per i numerosi cherubini attorno agli altari. Tra le tante statue presenti, la più curiosa è forse quella di Santa Vilgefortis (o Santa Starosta) nell’ultima cappella dei chiostri.
Figlia cristiana di un re pagano, Starosta fu promessa in sposa a un principe pagano, nonostante avesse fatto voto di castità. La sera prima delle nozze, la giovane pregò Dio di farla diventare indesiderabile e, il mattino dello scambio delle promesse, si svegliò col volto deturpato da lunghi baffi e folta barba. Il piano della Santa riuscì, ma il padre la fece crocifiggere per punizione. La protettrice delle spose infelici – la cui venerazione fu soppressa dalla Chiesa nel 1969 – veniva abitualmente raffigurata inchiodata alla croce e, per questo, facilmente confusa con “un Cristo travestito da donna”.
- Orario: 10.00 - 17.00
- 230 CZK | Ridotto 160 CZK | < 6 anni gratis
CENA MEDIEVALE
Dopo una giornata nel quartiere del Castello, perché non immergersi ulteriormente nell’atmosfera prendendo parte a una cena medievale?
Un’idea per una gita in giornata da Praga potrebbe essere quella di visitare il Castello e le Grotte di Karlštejn con un tour “all inclusive”.
GITA DI 1 GIORNO
Monastero di Strahov
L’ampio viale porticato di Pohoielec conduce alle maestose vestigia delle fortificazioni del XVIII secolo; il loro tracciato irregolare segna il confine della Città Vecchia, stabilito da Carlo IV fin dal Trecento. Appena fuori, sul lato meridionale, si scorge il Monastero di Strahov, fondato nel 1140 dall’ordine premonstratense di San Norberto. L’ingresso è sormontato nientemeno che da una sua statua.
All’interno del complesso si può osservare una minuscola chiesa sconsacrata dedicata a San Rocco, fatta realizzare da Rodolfo II per scongiurare l’epidemia di peste del 1599. Mentre nella parte opposta del cortile, si affaccia una chiesa ancora in funzione, devota all’Assunzione della Vergine Maria. Edificata nel XII secolo e rimaneggiata dall’architetto Anselmo Lurago, vanta straordinari affreschi rococò. Si narra che Mozart, durante una visita nel 1787, si lasciò andare all’improvvisazione suonando l’organo e segretamente i monaci trascrissero le note della sua composizione.

Strahov fu uno dei pochi monasteri che riuscì a scampare all’editto di Giuseppe II nel 1783, definendosi sulla carta un “istituzione scolastica“. Successivamente il trucchetto non funzionò coi comunisti, che chiusero indistintamente tutte le istituzioni religiose, imprigionando gran parte dei monaci. Questi poterono fare ritorno solo dopo il crollo del Muro di Berlino (1989), aprendo un ristorante e una birreria nel chiostro.
Gli ex edifici monastici oggi ospitano due delle più belle biblioteche barocche d’Europa, visibili – biglietto alla mano – solamente dalle rispettive entrate. La prima, più grande, è la Sala Filosofica. I pregiati scaffali e mobili in legno di noce vi furono trasferiti dopo che il Monastero di Louka, nel sud della Moravia, fu chiuso definitivamente nel 1780. Per impreziosire ulteriormente l’ambiente, sul soffitto, fu chiesto all’artista Franz Anton Maulbertsch di raffigurare il progresso dell’umanità verso la conoscenza sotto la guida divina.
La biblioteca più antica, la Sala Teologica, venne invece realizzata nel 1671 da Giovanni Orsi. L’atmosfera, in questo caso intima, si caratterizza per i soffitti bassi e per le familiari illustrazioni del monaco Siard Nosecký. Nei dintorni si possono contemplare il volume più antico del monastero – il Vangelo di Strahov del IX secolo – e un atlante astronomico del Trecento, oltre a diversi oggetti insoliti.


Lasciandosi alle spalle Strahov, attraverso lo stretto passaggio lungo il muro orientale, si può accedere agli orti e a una vista panoramica gratuita sull’intera città. I giardini fanno parte della collina di Petřín, quindi, percorrendo la salita sulla destra si può ammirare la “Torre Eiffel” in miniatura di Praga.
- Orario: 9.00 - 17.00
- 290 CZK | Ridotto 150 CZK | < 6 anni gratis
- SOLO BIBLIOTECA: 150 CZK | Ridotto 80 CZK | < 6 anni gratis
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