Dimore storiche in stile mudéjar
Purtroppo quasi tutti ignorano l’esistenza non di uno, ma di ben tre palazzi nobiliari facilmente accessibili nel centro di Siviglia. Le ragioni per visitarli sono molteplici, a partire dalla ridotta presenza di turisti rispetto all’Alcázar. Chi non vorrebbe provare l’ebrezza di scattarsi una foto davanti alle iconiche piastrelle smaltate, senza nessuno attorno?
L’ingresso comprende sempre l’audioguida in italiano sul proprio cellulare (QR code). Il piano terra non ha limitazioni, mentre quello superiore è percorribile accompagnati.
1 - Casa de Pilatos
Se dovessi stilare una classifica delle più belle attrazioni di Siviglia, Casa de Pilatos si aggiudicherebbe il secondo posto. Lo stato di conservazione delle maioliche sulle pareti è impressionante. Un ipnotizzante mix di colori e fantasie geometriche.
I coniugi Pedro Enríquez e Catalina de Ribera iniziarono l’edificazione nel XV secolo e lasciarono tutto in eredità al figlio Fadrique, che si premurò di aggiungere marmi italiani e metalli preziosi provenienti da oltre oceano.
Secondo la tradizione popolare il giovane rampollo, rientrato da un pellegrinaggio a Gerusalemme, si convinse che la distanza che intercorreva tra la casa di Ponzio Pilato e il Calvario coincidesse con quella che separava il suo palazzo dal santuario dedicato alla “Croce del Campo” fuori dalle mura della città. Oltre a cambiare nome, l’abitazione divenne il punto di partenza di un’importante Via Crucis (è possibile prendervi parte qualsiasi giorno della Semana Santa).
Nel corso degli anni la famiglia Enriquez de Ribera acquisì sempre più potere, ottenendo titoli nobiliari come Marchesi di Tarifa, Duchi di Alcalá di Gazules e due membri furono nominati viceré di Napoli. Fin quando, nel XVII secolo l’intero patrimonio passò in mano alla Casata Medinaceli, risiedente a Madrid.
Nello splendido patio di Casa de Pilatos si può ammirare il connubio di stili gotico, mudéjar, rinascimentale e romantico proprio e inconfondibile dell’architettura andalusa. Esattamente al centro si erge un’elegante fontana commissionata a Genova da Fadrique, mentre le statue ai quattro angoli e i busti degli imperatori romani nella galleria furono acquistati dal nipote Per Afan. Altri capolavori d’epoca classica sono osservabili sparsi nel “Giardino Piccolo” e nella “Cappella della Flagellazione”, così chiamata per la colonna ubicata nel mezzo.
Il “Salone del Pretorio” si distingue per le parti in legno intarsiate di vari colori installate sul soffitto. Come anche la “Sala del Gabinetto”, arricchita da stelle a dieci punte che rappresentano la volta celeste. La visita del piano terra dura circa un’ora.
La maestosa scalinata avvolge il visitatore in un mondo di azulejos. Dalla sommità, ogni ora, parte un tour guidato di 60 minuti in inglese e in spagnolo delle camere superiori. Il ticket integrativo può essere richiesto in biglietteria.
Gli interni del piano alto sono sorprendentemente sobri rispetto al resto della dimora. Custodiscono soffitti affrescati da Francisco Pacheco, quadri, arazzi e mobili di pregio appartenuti alla famiglia Medinaceli. Molto curiosa e divertente la collezione di maialini dell’ultima abitante del palazzo.
- Orario: 9.00 - 18.00
- 12,00 | < 12 anni gratis
- € 6,00 visita guidata ENG/ESP piano superiore
- Lunedì limitati ingressi gratuiti dalle ore 15.00
LIBRO GUIDA
Procurarsi una guida cartacea è un ottimo investimento per approfondire le curiosità sulla città di Siviglia.
2 - Palacio de las Dueñas
Il nome della dimora deriva dall’ormai scomparso convento cistercense, le cui monache erano al servizio delle regine e delle consorti dei re di Castiglia. La proprietà col relativo frutteto fu acquistata e ristrutturata in stile gotico-mudéjar nel XV secolo, prima dalla famiglia Pineda, poi dall’illustre Catalina de Ribera.
Nel 1612 il matrimonio tra il IV Duca d’Alba e la Marchesa di Villanueva del Rio diede inizio a una nuova linea di successione. Tutt’ora il piano alto è riservato esclusivamente alla Casata d’Alba.
La visita di Palacio de las Dueñas impiega complessivamente un’ora e ha inizio dai curatissimi patios e giardini, in cui si possono contare oltre 7000 tipi di piante. La manutenzione è costante, soprattutto per via del terreno che necessita rastrellatura e rivestimento con sabbia gialla tipicamente sivigliana. Gran parte degli azulejos che decoravano le pareti esterne sono purtroppo andati perduti, ma permane ancora nell’aria un senso di pace molto distante dalla realtà urbana.
Gli interni dell’abitazione vantano soffitti originali realizzati tra il XV e il XVII secolo, a cassettoni o con travi intrecciate e decorate artisticamente. Nelle stanze sono esposti oggetti personali più o meno interessanti.
Tra le tele si ravvisano opere di Luca Giordano, José de Ribera, Annibale Carracci e Murillo. Ragguardevole anche la collezione di arazzi, di cui il più importante è quello raffigurante Mercurio innamorato di Erse, realizzato in seta e oro nell’atelier di Willem de Pannemaker nel 1570.
La residenza può inoltre vantare di aver ospitato numerosi personaggi famosi, come ad esempio il principe di Galles Edoardo VIII, il duca di Windsor e suo fratello il duca di York, il futuro Giorgio VI. Lo scrittore Italo Calvino, l’inventore del telegrafo senza fili Guglielmo Marconi, il compositore Cole Porter e il pianista Arthur Rubinstein.
Vi si celebrarono persino le nozze tra Amerigo Vespucci (primo cartografo che distinse il Nuovo Continente “America” dall’Asia) e Maria Cerezo.
- OTT - MAR | Orario: 10.00 - 18.00
- APR - SET | Orario: 10.00 - 20.00
- 13,00 | Ridotto € 10,00
- Lunedì limitati ingressi gratuiti dalle ore 16.00
TOUR 1 GIORNO
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3 - Palacio Condesa de Lebrija
L’edificio fu costruito nel XV secolo e rimodellato cento anni dopo, fondendo lo stile moresco con quello cristiano. Si riescono ancora oggi a distinguere due dimore: una invernale al piano superiore e una estiva al piano terra.
Tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 la benestante Contessa di Lebrija Regla Manjón Mergelina, appassionata di archeologia e primo membro femminile della Real Academia de Bellas Artes, investì tredici anni per trasferire nella sua residenza 580 m² di mosaici romani provenienti da Itàlica. La collezione privata si arricchì successivamente con sculture classiche, italiane e greche, di inestimabile valore.
La famiglia continuò a stare nell’abitazione fino al 1999, anno in cui morì l’ultimo conte. Dopodiché la casa fu aperta al pubblico come museo e sede ospitante eventi formali.
Il Palacio Condesa de Lebrija si sviluppa attorno al patio principale, caratterizzato da un enorme “tappeto di pietra” – di oltre 2000 anni – raffigurante le stagioni (agli angoli), il dio Pan che suona il flauto a Galatea e otto medaglioni con le avventure amorose di Zeus. La visita autonoma delle stanze circostanti dura mezz’ora.
La scalinata venne realizzata con la medesima pratica di decontestualizzazione. Tutte le maioliche sivigliane furono accuratamente prelevate da un vicino convento in rovina.
Per accedere al primo piano è necessario attendere ogni ora le “meno un quarto” (ad esempio 11.45, 12.45, etc). La mostra comprende bellissimi oggetti di pregio raccolti dalla contessa durante i suoi viaggi in Europa e nel Mondo, oltre a 4000 volumi in lingua originale e alcuni dipinti della scuola di Murillo, Antoon Van Dyck e Joaquín Sorolla.
Il tour guidato incluso nel biglietto è disponibile in inglese o spagnolo. Secondo la mia opinione, il tempo è abbastanza risicato, un’altra mezz’oretta, ma ne vale la pena. Non è possibile scattare foto.
- SET - GIU | Orario: 10.00 - 17.00
- LUG - AGO | Orario: 10.00 - 14.30
- 12,00 | Ridotto € 6,00
- Visita guidata ENG/ESP piano superiore
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